Una mamma ha bisogno di tempo per non dimenticarsi di essere anche donna, rendere le sue giornate stropicciate più leggere.
Per ascoltare il suo corpo lasciare andare alle emozioni, per uscire da sola se ha voglia di farlo e ritagliarsi degli spazi senza figli. È necessario come l’aria, aiuta a costruire un quotidiano più sereno tra equilibri di famiglia, instabilità del post parto e tante cose da fare durante la giornata.
emozioni da neomamma
Se dovessi dire il giorno in cui Marco mi ha amato di più, oggi risponderei senza esitazione il giorno in cui ti ho partorito. Che è il giorno in cui io ho smesso di amare.
Sono una mamma fortunata, rimasta incinta senza pensieri e fatica, che non sa che cosa si provi a perdere un figlio. Anche se non ho vissuto la tragedia di un aborto spontaneo, per entrambe le gravidanze ho messo in conto che poteva succedere. Mi sarei impegnata a seguire le indicazioni della ginecologa ma al resto ci avrebbe pensato la natura. È andata bene, ho avuto due parti meravigliosi, non ho avuto traumi, ma so che per tante donne non è così. Mi sento molto vicina al loro dolore, perché da mamma so quanto sia forte il legame con il proprio bambino in pancia.
Nessun parto è facile, non lo è stato nemmeno il mio, anche se è stato bello, molto bello. Nel mio secondo parto naturale ero lucida e consapevole, sapevo che era arrivato il momento e mi sentivo pronta per affrontare il momento.
Ho sofferto per le contrazioni e quando arrivavano pensavo di non farcela. Non le ricordavo così forti, mi hanno schiacciata. Poi ho capito che dovevo annientarle con il respiro e potevo farcela solo se mi concentravo. Mi sono sentita persa in quella stanza da sola, senza un’ostetrica che mi assisteva, con nessuno che credeva che stavo per partorire il secondo figlio.
Non è stato come la prima volta. Non è stato come per Francesco. Con lui non capivo, mi sentivo insensibile, ghiacciata e quelle macchie nere non somigliavano al suo corpo. Ho vaghi ricordi emozionanti delle ecografie del primo figlio e anche se non vedevo l’ora di vederlo, in tutto ero inconsapevole.
Durante la prima gravidanza mi sono chiesta mille volte come potevo avere un bambino dentro e non capivo perché non riuscivo a riconoscerlo in un ecografo, come mai il cuore non batteva all’impazzata. E quando tornavo a casa, per quanto felice delle belle notizie, non avevo voglia di volare. Ero solo tranquilla che tutto stesse procedendo bene. Serena.
Oggi nella giornata dell’amore, ho voglia di ricordare la prima volta che una mamma sente il cuore di suo figlio. Quel cuore che batte all’impazzata, che si sente da un apparecchio incomprensibile, guardato con occhi confusi ed eccitati insieme. Il cuore di tuo figlio, che da mamma senti la prima volta, ti fa dimenticare ogni paura, qualsiasi ansia accumulata nei giorni prima del controllo.