Conosco mamme che hanno affrontato la gravidanza con sorpresa e panico. Non erano preparate all’evento – magari non erano sposate e non avevano in programma di farlo – o si sentivano troppo giovani per diventare madri. Avevano 18,20, 22 anni.
Parole di mamma
Stiamo per prendere l’aereo perché oggi torniamo a casa. Sarà per poco ma sono felice lo stesso, perché sola non parto mai e quando si può lo facciamo in tre. Vedrò per la prima volta la nipotina nata a fine agosto, riabbraccerò la famiglia dopo mesi, respirerò l’aria di Sardegna, la mia aria.
Qualcuno potrebbe pensare che voglio far crescere mio figlio troppo in fretta, ma sbagliano. Non ho nessuna fretta, sono riflessiva e fifona anche come madre; lascio libero Francesco di vivere tutte le sue prime volte.
Non ho adottato nessuna strategia educativa, non ho pensato molto a come educare mio figlio. Ho vissuto insieme a lui tutte le esperienze di crescita, ho sbagliato tanto e alcune volte sono riuscita a fare bene; ho sempre agito con il cuore.
Vivo in Sicilia ma il mio cuore è in Sardegna. In questa terra selvaggia ci sono le mie radici, ho lasciato famiglia, contatti e amici, passeggiate infinite lungo un corso in granito, stemmi identitari a forma di gallo e un dialetto mai parlato ma sempre vissuto.
La Sicilia è comunque vicina alla Sardegna e potrei tornare spesso, anche se dovrei lavorare il doppio delle ore per pagarmi viaggi dalle cifre impensabili.
Ci sono quei giorni in cui rinuncio. Non esiste determinazione e coraggio, non posso mettermi in gioco o accettare le sfide. Rinuncio e getto la spugna. Mi butto sul divano, se posso rotolo, e abbasso lo sguardo a un tappeto colorato con numeri e parole. Lì vedo tutta la mia rinuncia, il sentirmi disarmata e scarica, completamente senza forze.