Incinta di Francesco ho trascorso tre mesi e mezzo con le nausee. Mangiavo grissini o un pezzo di pane con olio e sale, mio marito cucinava per sé, mi portava una mela a letto e io contavo minuti e giorni in attesa che finisse l’agonia. Ero triste per le nausee della gravidanza ma potevo decidere di restare a letto se lo volevo, di rispondere al sonno del corpo, di rilassarmi.
Guardavo la televisione, riuscivo a leggere qualche libro e apprezzavo il silenzio. Di quel periodo è il mio ricordo più bello, il silenzio, che oggi non esiste più perché in casa c’è un bambino piccolo che parla in continuazione.
Gravidanza
Oggi nella giornata dell’amore, ho voglia di ricordare la prima volta che una mamma sente il cuore di suo figlio. Quel cuore che batte all’impazzata, che si sente da un apparecchio incomprensibile, guardato con occhi confusi ed eccitati insieme. Il cuore di tuo figlio, che da mamma senti la prima volta, ti fa dimenticare ogni paura, qualsiasi ansia accumulata nei giorni prima del controllo.
Che il nono mese di gravidanza arrivasse così velocemente non l’avrei mai pensato. Ogni periodo di questo cammino è stato speciale – anche quello del primo trimestre in cui ho trascorso le ore tra divano e letto – e il pensiero che ora sono quasi al termine del percorso mi fa diventare malinconica.
Questo terzo trimestre è stato senza dubbio il più bello dei tre, e non perché ho avuto più energie ma perché la consapevolezza di diventare madre ha preso spazio ogni giorno dentro di me. Sentire il mio bimbo e convivere con la pancia mi ha regalato emozioni contrastanti ma belle.
Il momento del parto si avvicina e organizzare la valigia per il baby è stata una delle emozioni più belle di questo terzo trimestre.
Preparare la borsa per il baby è stata un’impresa epica. Pur essendo un piccolo esserino di appena un giorno ha necessità di tantissime cose. Ti assalgono i dubbi su cosa sia meglio portare con te e ti senti comunque indietro, eccessivamente poco organizzata per eventuali emergenze.
Non avrei mai immaginato che preparare la valigia della mamma per l’ospedale fosse così divertente. Quando viaggiavo raramente amavo fare la valigia, poi con gli anni e con i cambiamenti della vita mi sono ritrovata a viaggiare spesso e così la preparazione per la partenza diventava un trauma. Lasciavo tutto all’ultimo minuto e con la lista delle cose da portare non facevo altro che inserire tutto e dare una controllata veloce spuntando dall’elenco che cosa avevo messo dentro.