Cinque mesi e venti giorni.
25 novembre 2015. Una data da ricordare per sempre.
Che la memoria in questi casi può giocare brutti scherzi e allora è quasi un dovere parlarne per non disperdere il ricordo.
Eleonora Usai
Ieri con le ragazze del gruppo pre parto abbiamo fatto un incontro tra mamme e figli per far incontrare i nostri pargoli. È bastato un appuntamento in un bar spazioso, una bella giornata autunnale e tanta voglia di vedersi tutte insieme. Al resto ci hanno pensato i nostri bimbi, che con i loro occhioni furbi hanno iniziato a scrutare l’ambiente e a conoscersi a modo loro. Chi con un sorriso, chi con un timido approccio e una stretta di manina, chi con lo sguardo attento.
Se penso che sono già passati cinque mesi dalla tua nascita mi sembra irreale. Eppure averti qui ogni momento della giornata mi sembra la cosa più naturale al mondo, mi sembra di aver fatto sempre e solo questo: stare con te.
Ora la tua consapevolezza su quello che ti accade intorno è disarmante. Non perdi un dettaglio della nostra quotidianità e noi abbiamo perso il conto dei tuoi continui progressi.
Domani ritorno in Sardegna, o meglio vado per la prima volta. Si questa è una prima volta a tre, la prima che i sardi vedono Francesco.
È un inizio con tante prime volte in cui l’emozione si confonde con la voglia di acchiappare ogni secondo che vivremo li.
Sono sei mesi e mezzo che non torno a casa e nell’ultima occasione che mi hanno visto avevo una grande pancia pronta ad esplodere.
L’anno scorso pensavo che quest’anno avrei trascorso le vacanze in Sardegna.
Poi sono rimasta incinta e la mia vita e i nostri programmi sono completamente cambiati.
Il nostro bimbo è nato a giugno e di partire con lui così piccolo non ce la siamo sentita. Abbiamo accantonato l’idea anche se ora che ho vissuto sulla mia pelle questi primi mesi mi sono pentita di non essere tornata a casa dalla mia famiglia.
Tre lunghi mesi di te ma anche tre mesi volati via troppo velocemente. È una contraddizione, lo so, ma per quanto possa sembrare strano delle volte le contraddizioni rispecchiano la realtà.
Tre lunghi mesi fatti di incomprensioni, di ritmi sfrenati per conoscere i tuoi tempi così diversi dai nostri. Tre lunghi mesi di canzoncine e ninne nanne, di stanchezza nelle braccia e pianti qualche volta inconsolabili.