Amo così tanto i libri che ora che sono una mamma ho un serio problema. Devo scegliere se comprare romanzi per me o per Francesco. Di solito metto nel carrello un libro per entrambi, ma la scelta non è sempre così facile.
Eleonora Usai
Qualcuno potrebbe pensare che voglio far crescere mio figlio troppo in fretta, ma sbagliano. Non ho nessuna fretta, sono riflessiva e fifona anche come madre; lascio libero Francesco di vivere tutte le sue prime volte.
Non ho adottato nessuna strategia educativa, non ho pensato molto a come educare mio figlio. Ho vissuto insieme a lui tutte le esperienze di crescita, ho sbagliato tanto e alcune volte sono riuscita a fare bene; ho sempre agito con il cuore.
Vivo in Sicilia ma il mio cuore è in Sardegna. In questa terra selvaggia ci sono le mie radici, ho lasciato famiglia, contatti e amici, passeggiate infinite lungo un corso in granito, stemmi identitari a forma di gallo e un dialetto mai parlato ma sempre vissuto.
La Sicilia è comunque vicina alla Sardegna e potrei tornare spesso, anche se dovrei lavorare il doppio delle ore per pagarmi viaggi dalle cifre impensabili.
Un mese fa ho tolto il pannolino a Francesco ed è stato complicatissimo. Uso un superlativo assoluto perché vorrei che rendesse l’idea del mio stato d’animo. Ho alternato momenti di estremo entusiasmo a attimi di confusione e smarrimento. Prima la luce e poi il buio completo, un giorno energia a mille e ottimismo, il giorno dopo senso di sconfitta e un “chi me l’ha fatto fare” stretto tra i denti.
Ci sono quei giorni in cui rinuncio. Non esiste determinazione e coraggio, non posso mettermi in gioco o accettare le sfide. Rinuncio e getto la spugna. Mi butto sul divano, se posso rotolo, e abbasso lo sguardo a un tappeto colorato con numeri e parole. Lì vedo tutta la mia rinuncia, il sentirmi disarmata e scarica, completamente senza forze.