Oggi penso alla vita, a quanto può apparire scontata e naturale la procreazione e risultare un vero miracolo, non concesso a tutti.
È appena scomparsa una persona speciale, che per me è stata parte costante della vita. Non aveva figli ma io e i miei fratelli eravamo anche un po’ suoi e le sue battute, il suo carattere anticonformista per noi era normalità casalinga.
Il suono del clacson era il suo arrivo.
Il sabato dopo pranzo era un caffè per lui.
E dolci mangiati di nascosto dalla moglie che lo credeva a dieta.
Battute, discussioni, consigli su cosa succedeva ogni giorno.
Per noi era un’assoluta certezza, per mio padre il suo migliore amico.
L’ho sempre chiamato zio anche quando andavo nel suo studio ed ero una paziente o quando ricevevo pacchi, regali e ogni cosa che per lui era solo materiale.
Si, ha sempre rappresentato un’assoluta certezza e quando a natale sono tornata finalmente a casa ho scoperto che l’infarto di mio padre ha coinciso con un suo malessere.
Non te lo aspetti mai ma succede, all’improvviso.
E così a fine dicembre è arrivata la triste notizia, una notizia che ho scacciato via con la fede che mi ha infuso speranza.
Oggi questo zio acquisito non c’è più e io sono qui egoista che penso a te, piccolo mio, che sei ancora dentro di me e non avrai la fortuna e la possibilità di conoscerlo.
Non vedrai il suo viso paffuto e buffo sorriderti e scherzare, nè aspetterai un regalo o riceverai un dinosauro per natale. Non potrai chiamarlo quando ti sentirai male e non potrai mai sapere che si sarebbe precipitato in un nanosecondo per qualsiasi cosa tu avessi avuto.
Non potrai innamorarti di tuo nonno quando stava in sua compagnia, nè vederlo diventare un altro e lui non potrà affibbiarti quei nomignoli, che dava ai maschi di casa, che gli piacevano tanto. Con lui non potrai parlare di tecnologia e nuovi modelli cellulari, di viaggi e campagna, e delle mille cose che sapeva.
Oggi penso all’importanza di donare la vita, a quanto sia bello poter avere figli, vederli grandi vicino a te e tenderti la mano nel momento del bisogno. Una mano che può dare forza, far venire voglia di non arrendersi e combattere per andare avanti.
Quella forza che non hai avuto tu, zio. E allora sappi, che ora che avrò la fortuna di donare la vita gli racconterò di te ogni momento e se sarò capace gli strapperò un sorriso, come avresti voluto tu.
11 Comments
Sto piangendo. Io sono cresciuta con i nonni materni. Il loro desiderio era quello di vedermi diventare mamma. Purtroppo non ce l’hanno fatta entrambe a conoscere mio figlio. Poco dopo la loro morte rimasi incinta quindi non sapevano nemmeno che sarebbero diventati nonni (in realtà bisnonni ma erano i miei genitori adottivi e per me erano mamma e papà quindi eventuali nonni di mio figlio). Ho sempre dei rimorsi e penso che se solo fossi riuscita a rimanere incinta prima sarebbero andati via con un sorriso diverso. Spero solo che da lassù possano, assieme a tuo zio e a tutti i nostri cari, proteggere i nostri figli.
Mi dispiace molto per la tua storia, spesso la vita ci riserva quelle sorprese a cui non siamo preparati e che ci condannano alla sofferenza. I rimorsi servono a poco, anzi fanno stare più male e chi ci guarda da lassù non vorrebbe questo per noi. Vorrebbe vedere sorrisi, vorrebbe che vivessimo anche per loro.
Lo so hai ragione Xro il pensiero di averli visti andare via con questo desiderio mi fa sempre stare male. Però penso sempre che mio figlio sia un loro dono. Per anni non arrivava mai è appena loro chiusero gli occhi io rimasi incinta. Infatti mio figlio si chiama Lorenzo come mio nonno/padre. La vita va avanti e lo fai per i tuoi figli. A distanza di sei mesi ho perso tutti e due e il 2010 è stato per me letteralmente un anno da dimenticare anche perché mia nonna è mancata tra le mie braccia. Mi ero da poco sposata e mentre si stava spegnendo per raggiungere il suo amore lei si tolse la fede nuziale e me la mise al dito augurandomi di avere un matrimonio bello e felice come il suo. Tra l altro mio marito fa gli anni lo stesso giorno di mio nonno. Quindi figurati lo adoravano ancora di più. Per me vedere lei fare e dire queste cose e dirmi che sarei stata un ottima madre ma subito dopo chiudere gli occhi e salutarmi è stato devastante. Per mio padre lo è stato meno. Eravamo preparati dopo una lunga malattia. Ma lei no. Lei non c è più per una puntura di zecca di gabbiano. Basta cambio discorso XCHE sto dando da mangiare a mio figlio e sto piangendo. Scusa. E tu invece quando nascerà il tuo angioletto ?
Pensa che lei sarebbe felice di veder avverati i tuoi sogni, che vede la tua nuova vita di madre e anche se lei non è con te fisicamente ti accompagna nell’educazione di tuoi figlio con tutti gli insegnamenti che ti ha dato e che tu tramandi a lui.
Il dolore fortifica e rende migliori. Ci aiuta a non dimenticare che siamo vivi.
Il mio bimbo dovrebbe nascere il 13 giugno ma dato che mi hanno dato che è più grande del previsto mi aspetto che nasca prima 🙂
Wow dai che passerà in fretta. Maschietto quindi ? Hai già deciso il nome ?
Insomma, sono ancora al 6° mese e mi sembra che debba passare un’eternità. Si è un maschietto ma ancora non abbiamo deciso il nome. Per me è buio completo, al contrario per una femmina mi vengono in mente mille nomi che mi piacciono 🙂
Lo so è sempre così. Pensa ai vestiti invece. Le bimbe hanno vere e proprie vetrine nei negozi. I maschi un angolino. Hahahah. Lorenzo ha tre anni e mi sembra vestito sempre uguale. Pettinato sempre uguale. Poi oggi è tornato dall asilo con una parola nuova per la mamma…….. È dalle ore 16 che ripete MAMMA FACCIA DA CULO. 😳😳😳😳😔😔😔😞😞
ahahahah e chi gliel’avrà insegnata questa nuova parola? povera te.
Ho notato che nei negozi c’è poca roba per i maschietti ma cercherò di scovare qualcosa che non sia solo e soltanto celeste.
C e un bimbo ALL ultimo anno assieme a lui. E ne sa troppe.
Quante persone i nostri figli non potranno conoscere. Non solo: di quante persone noi dobbiamo e dovremo fare a meno. A volte diciamo che non è altro che il crudele gioco della vita, ma io preferisco guardare alla vita come qualcosa di positivo e pensare che sia il crudele gioco della morte a portarci via le persone che vorremmo ci fossero sempre vicine. Non ci resta che parlare di loro ai nostri figli, in modo che possano conoscerle tramite noi. Non sarà la stessa cosa, ma è l’unica forma di immortalità che possiamo dar loro.
Il tuo pensiero non fa una piega, è maturo e giusto, ma sai ci sono dei momenti in cui anche le cose più giuste, anche la cruda regola della vita (che prevede oltre alla bellezza della nascita, la crudeltà della morte) si appannano e tu perdi razionalità e controllo. Pensi solo al dolore, che va buttato fuori e sfogato prima che ti corroda.