Se dovessi dire il giorno in cui Marco mi ha amato di più, oggi risponderei senza esitazione il giorno in cui ti ho partorito. Che è il giorno in cui io ho smesso di amare.
Sono una mamma fortunata, rimasta incinta senza pensieri e fatica, che non sa che cosa si provi a perdere un figlio. Anche se non ho vissuto la tragedia di un aborto spontaneo, per entrambe le gravidanze ho messo in conto che poteva succedere. Mi sarei impegnata a seguire le indicazioni della ginecologa ma al resto ci avrebbe pensato la natura. È andata bene, ho avuto due parti meravigliosi, non ho avuto traumi, ma so che per tante donne non è così. Mi sento molto vicina al loro dolore, perché da mamma so quanto sia forte il legame con il proprio bambino in pancia.
Se tu vai via porti il mio cuore con te di Silvia Gianatti racconta proprio questo dolore, le emozioni di una mamma che perde un figlio all’ottavo mese di gravidanza. Stravolta dalla notizia, perde voce, parole e voglia di vivere, si trasforma in una donna senza più desideri. Su consiglio di uno specialista, inizia a scrivere un diario in cui annota come si sente, in un cui parla al suo bambino mai nato.
Ti avremmo fatto viaggiare, ti avremmo portato con noi, ti avremmo fatto vedere quanto può essere bello partire. Scoprire. Conoscere. Ascoltare. Ti avremmo insegnato che il mondo è uno solo, fatto di persone, dove i confini sono solo convenzioni.
Avremmo cercato di crescere una bella persona.
Saresti stato una bella persona.
A tratti cantilenante, bellissimo per questo, fa sentire il dolore in ogni pagina, i sentimenti più neri di una mamma che entra dentro il tunnel del dolore, fatto di dubbi, apatia, sfumature nere. Sa che è sbagliato, sa che dovrebbe tentare di andare avanti ma resta così, immobile dentro una scatola di ricordi e sofferenza, desiderosa solo di mollare. È una mamma lucida, che si rende conto di allontanare il suo compagno di vita, che si accorge di annullare tutto quello che ha costruito. È una mamma non ancora pronta a superare quello che è successo, che ha bisogno di tempo, di vivere spenta.
Ti avrei detto scappa da chi ti fa sentire sbagliato.
Ti avrei detto che quelli che pensi siano i tuoi difetti sono in realtà le cose che più ti rendono speciale.
Ti avrei detto non avere paura di come baci, non è una gara di abilità.
Ti avrei detto sii gentile, sempre.
Ti avrei detto non avere paura.
Ti avrei detto che l’aspetto fisico non conta, conta come sei. Ma fatti sempre la doccia.
Ti avrei detto vai bene così come sei. E se non sta bene agli altri, non sono gli altri giusti per te.
Ti avrei augurato di trovare un amore grande come il nostro, mio e del tuo papà.
Raccontato così, Se tu vai via porti il mio cuore con te di Silvia Gianatti sembra un libro molto triste, non adatto a tutte. Io lo consiglio, invece, lo consiglio alle donne che vogliono leggere una storia intensa. Che non temono le lacrime, che vogliono condividere, sentire una voce d’amore. Lo consiglio a chi ha vissuto una storia simile e a chi non è mai rimasta incinta, alle donne silenziose e a quelle che vogliono urlare.
Lo consiglio perché è vero in ogni parola e avere parole vere aiuta a sentirsi umane.
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