Questa è l’estate del cambiamento, della crescita, delle date da ricordare.
In un giugno speciale, in cui Francesco ha compiuto due anni e li ha potuti festeggiare insieme alla sua famiglia sarda, a oggi sono cambiate diverse cose, troppe.
A inizio estate diceva tante parole ma il suo vocabolario non era forbito e non riusciva a mettere una parola insieme all’altra per formare delle frasi.
Il suo “mamma” acuto, il suo “papà” scoppiettante quando voleva che lo guardasse mentre faceva le sue marachelle più spericolate sono i due suoni più belli che ricordo di giugno.
Poi a luglio siamo ripartiti. Abbiamo preso una nave con la certezza che sarebbero stati giorni faticosi, perché Francesco era in una delle sue fasi da terribile. Il primo giorno di vacanza in Sardegna ha ritrovato la sua felicità, al secondo giorno parlava come un bambino grande. Io stravolta dal cambiamento non sono riuscita a capire che cosa l’ha fatto diventare un pappagallo da un giorno all’altro.
È accaduto e basta.
Ha iniziato a ripetere ogni singola parola che si diceva in casa, dalla più comune alla più stramba (ha detto imbarcazione, roba da pazzi).
Le scoperte do Frà tra nuove parole e frasi ripetute senza pensieri
È stato bellissimo e triste insieme e in alcuni momenti mi sono fatta prendere dalla malinconia. Oggi che ne parlo, dopo due mesi in cui nella nostra casa dobbiamo parlare sottovoce se dobbiamo raccontare le sue avventure senza pannolino, mi sento un po’ male al pensiero che sia diventato così grande. Le sue scoperte sono troppo per me, per una che vive sempre di ricordi forti, che non ama disfarsi di nessuna emozione, che conserva e rimugina sempre.
Allo stesso tempo, per quanto possa sembrare assurdo, vederlo così partecipativo è un’esplosione di felicità. Insieme condividiamo ogni cosa e il nostro agosto è stato bello e impegnativo anche per questo motivo.
Imparare a parlare bene a due anni e due mesi
La mattina vuole essere coccolato appena sveglio. Chiede tanti baci, aspetta i miei abbracci, vuole puntualmente la sua colazione. A pranzo vorrebbe cucinare con me, vedere come bolle l’acqua, controllare quanta pasta preparo per dire alla fine un consueto
mamma è cruda la pasta.
Quando poi diventa cotta, sa che è troppo calda per mangiarla subito, lo ripete all’infinito fin quando non la vede sul tavolo e allora dice:
è fredda mamma, buona la pasta
A merenda sceglie che cosa mangiare. Un giorno il gelato nero, un altro lo yogurt con il bicocco. Decide che cosa indossare dicendoti espressamente cosa non va bene.
Mamma, non piace scarpe.
Mamma, maglietta con la palla voglio.
E mentre siamo in bagno, in attesa che faccia la pipi nel water esordisce con un
Mamma, leggiamo la storia
Oppure
è finito il libro
Prima di andare a dormire dà la buonanotte a ogni oggetto della casa, poi per ultimo ci siamo noi, pronti a prenderci tutti i suoi baci densi.
È il nostro pappagallo di casa, che da quando ha capito come imparare a parlare bene ci rende le giornate ancora più piene. Non so se questo suo cambiamento sia il motivo della sua iperattività, se questa consapevolezza di poter comunicare meglio lo abbia reso più eccitato e carico.
Cerco di non pensare troppo a quanto sia difficile controllare il suo carattere esplosivo e faccio il pieno di tutta questa sua bellezza, che per quanto mi stanchi e mi stenda, ingrandisce ogni giorno il mio cuore di emozioni.
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