Ora che Francesco diventa ogni giorno sempre più grande mi vengono in mente tanti ricordi di quando ero in gravidanza. Averla vissuta da sola senza la mia famiglia è stato molto pesante, è una mancanza che porterò sempre nel cuore.
Quell’esperienza di solitudine con la pancia, oggi mi fa pensare a tutto quello che non vivrò se qualcuno della Sardegna resterà incinta “senza di me”.
Penso alle mie più care amiche, a mia sorella e a mia cognata, alle sorelle di mia cognata che sono come parenti, a mia cugina o a chiunque io abbia voglia di vivere e non posso.
Di loro e delle loro pance perderò tutto quello che ha di bello una gravidanza. Il momento in cui emozionate si comunica il lieto evento ai genitori, senza dover ricevere la notizia da un freddo telefono, gli sguardi sorpresi e felici insieme, intimiditi e senza parole.
Perderò stati d’animo, dubbi e le tante insicurezze che porta la prima gravidanza, in cui non si capisce perché si sta così male e all’improvviso bene, come fa il pancione a crescere così in fretta, come si trova tanta energia pur condividendo un corpo in due.
Non potrò ricevere una visita inaspettata e gradita, preparare un pranzo o una torta per un invito a pranzo, né ascoltare le “lamentele” della neomamma che legge, ascolta e si informa su tutto, ma che in verità ha capito poco e niente.
I mesi che scorrono veloci, le chiacchiere mancate, ecografie non vissute. Visi stravolti ma sereni. Emozioni dei neo papà che cercano di rendersi utili.
Parteciperò come se fossi un’ombra e in assoluto silenzio godrò una gravidanza a distanza sentendomi un po’ inutile. Poi arriverò per una settimana, toccherò un pancione pronto a esplodere. Mi concentrerò per risucchiare tutto quello che c’è di bello in una gravidanza, con in braccio Francesco che ha quasi due anni e mi sembra grandissimo. Ripartirò con quel senso di vuoto che ormai mi accompagna da tempo e lascerò mille cose non dette e non fatte.
.. e sarò vuota
Farò di tutto per essere presente alla nascita, perché quando per me non c’era nessuno a parte mia madre è stato come prendere il cuore e tagliarlo a metà di netto. Se potrò partirò per “assistere” al parto e vedrò i primi giorni di una creatura che non potrò vivere nel quotidiano.
Ripartirò di nuovo.
Più vuota di prima.
Più povera di prima.
Messaggi, qualche chiamata, regali. Complicità e affetto che non si cancellano con una distanza, ma comunque troppo labili per una cosa così importante come una gravidanza e una nascita.
Terrò a bada il mio cuore stanco e tenterò di essere forte, per poi prepararmi a quando capiterà di nuovo a me; a quando aspetterò il secondo figlio e sarò di nuovo sola.
2 Comments
Come ti capisco…quando ho partorito io sono venuti e mia genitori e mia sorella in tempo per il parto, mio fratello piccolo con mia cognata sono riusciti a venire solo dopo qualche settimana e mio fratello grande ancora dopo e da solo perché mia cognata era incinta e l’altro figlio è rimasto a Catania con lei.
Mi sono persa la nascita dei miei due nipoti e mi perderò anche quella della terza nipote. Sono andata qualche settimana dopo il parto però….
Purtroppo è la vita di chi vive lontano dalla famiglia…
So che puoi capire se anche tu vivi lontano. E’una sensazione così strana e intensa che diventa anche difficile da spiegare. Quando mia mamma ha letto questo post ha detto che era troppo triste e che non è vero che sono sola, perchè loro seppur lontani sono sempre con me. Ha detto anche che i miei fratelli poi erano venuti dopo mesi. Ha ragione nel dire che non sono sola, perchè ho tanto amore, ma per la gravidanza, un parto o la nascita di un nipote se non ci sei ti perdi tutte le cose più belle e dirlo mi aiuta a sentirmi meno fragile.