L’anno scorso mi sentivo mamma anche se avevo il pancione pronto ad esplodere. Non avevo visto il tuo viso ma ho festeggiato la festa della mamma come se ti avessi avuto sempre con me.
Mi sentivo speciale. La pancia, le grandi emozioni (e forse gli ormoni) mi hanno fatto vivere l’8 maggio come mai prima, dando un’importanza a una giornata che in fin dei conti non avevo mai festeggiato in famiglia. Perché a casa dei miei tra auguri e battute ironiche non siamo mai andati oltre. Ma è proprio vero che solo quando vivi una cosa in prima persona ti si apre un mondo nuovo, fatto di attenzioni per i dettagli e cura per le emozioni più piccole.
Con il pancione ho vissuto i nove mesi assaporando ogni momento come se non fosse più vivibile e ora che Francesco ha 11 mesi (e il tempo è magicamente volato) se mi guardo indietro capisco di aver fatto bene.
Una cosa però non avevo capito. Festeggiare la festa della mamma con il pancione non sarà mai come farlo insieme a un nanerottolo che ti gira per casa.
Che ti sveglia la mattina alle 7 per chiederti con gli occhi di farlo dormire un po’ nel lettone con te. E abbracciarti.
Stringerti forte.
Riuscire a chiudere gli occhi solo se lo avvolgi con il tuo respiro.
Sentire il suo calore e godere dei suoi sorrisi è completamente diverso (e nuovo) rispetto a toccare una pancia e ascoltare i suoi movimenti. Sono contenta di aver vissuto entrambi i momenti, di averli legati a me per sempre in una festa della mamma che non potrò più dimenticare.
E allora auguri a tutte le neomamme che conosco,che come me vivono questa giornata emozionate. E auguri a tutte le mamme in generale, che spesso dimenticano quanto sono importanti nella vita dei loro figli e che grazie al loro “ruolo” insostituibile migliorano la nostra vita.
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