Finalmente abbiamo ripreso a viaggiare. A sorpresa e con molta felicità abbiamo preso la macchina e per tre giorni abbiamo dimenticato impegni, lavoro e routine quotidiana. Siamo partiti direzione Ragusa Ibla, una località della Sicilia tanto conosciuta grazie al commissario Montalbano e che ancora non avevo visitato.
L’emozione di fare il primo viaggio in tre è stata più forte della paura di cambiare le abitudini di Francesco, che avrebbe risentito di tre giorni fuori casa. Anche se è un bambino che si adatta facilmente ai nuovi ambienti sapevo già che la notte sarebbe stata un problema e probabilmente non avrebbe dormito bene.
Ho portato tablet e materiale da lavoro con la speranza di poter fare qualcosa nei tempi morti, ma la stanchezza accumulata da mesi, il non essermi mai fermata da più di nove mesi mi ha fatto dimenticare il tablet in borsetta per due giorni interi. Il cell l’ho usato solo per fare foto e nessun programma di scrittura è stato aperto fino ad ora che mi metto comodamente a raccontarvi questa mini vacanza ristoratrice.
Ho appurato che viaggiare con i bambini è tutta un’altra cosa. Non è di certo una grande scoperta ma verificarlo sulla propria pelle aiuta a capire bene che cosa significa visitare una località con il passeggino. La maggior parte dei marciapiedi e delle strade erano prive di barriere architettoniche e avevano gradini poco dolci che mi hanno fatto far palestra alle braccia portando su e giù Francesco per tre giorni. Tutte le chiese e i monumenti da visitare avevano tanti (troppi) scalini. In compenso abbiamo ammirato Ragusa con Tranquillità, cosa che non accadeva quando eravamo senza figli. Arrivavamo a fine serata stremati e con i piedi doloranti per la voglia di visitare più possibile, cosa impossibile con un bambino che non cammina e in un paese poco pianeggiante come Ragusa.
Ci siamo goduti un po’ di riposo passeggiando con tranquillità e ascoltando le esigenze del nostro nano. Lui è stato abbastanza bravo. Ha mangiato in diversi ambienti, conosciuto turisti spagnoli, chiacchierato con i vicini in pizzeria e fatto amicizia con i proprietari della trattoria in cui abbiamo mangiato. Vederlo ridere in braccio a sconosciuti o fare piccoli passi verso un cagnolino che lo guardava incuriosito mi hanno ingigantito il cuore.
È stato un mini viaggio terapeutico e differente da quello che facciamo quando torniamo in Sardegna dalla famiglia. Abbiamo visitato con moderazione, ripreso a passeggiare per ore con il passeggino e soprattutto battezzato il primo viaggio a tre, che spero sarà uno dei tanti di questo 2016.
2 Comments
Evviva! Ricordo con nostalgia questi momenti!
Perchè? Ora viaggiate di meno oppure vorresti tornare con il passeggino? 🙂