In queste notti fatico a prendere sonno, non trovo una posizione comoda per riposare. Per far passare il tempo penso a come affrontare il parto naturale, a quando arriverà quel momento.
Mi piace immaginare che cosa farò, dove e con chi sarò.
A pochi giorni dall’inizio del 9 mese di gravidanza, con un utero accorciato da fine luglio, così morbido da essere a riposo per far passare agosto, mi sembra che questi giorni passino con il contagocce.
In balìa di dolori e stanchezza cronica, con una valigia per l’ospedale non ancora pronta, inizio a sentire il tempo che si avvicina, il mio tempo. Sta arrivando il momento in cui dovrò impegnarmi per alleviare i dolori del parto, controllare le contrazioni. Dovrò stare all’erta per un’eventuale visita al pronto soccorso che cambierà la mia giornata.
Nella mia mente inizia a farsi strada la consapevolezza che fra poco dovrò affrontare il travaglio.
In alcuni giorni non vedo l’ora che arrivi quel momento per liberarmi del peso di questa pancia che sento enorme.
Per non sentirmi inutile e dimezzata.
Riprendere in braccio Francesco e stritolarlo per bene.
Per camminare a passo spedito, dormire a pancia in giù, mettere i capi che mi piacciono.
Per mangiare normalmente senza questo fastidioso senso di inappetenza.
Per conoscere LUI, chiamarlo con il nome che abbiamo scelto, dargli un volto e farlo entrare ufficialmente in famiglia.
Altre volte vorrei che questo ultimo mese di gravidanza trascorra lento.
Per godermi le carezze sulla pancia, i suoi calci dolorosi e caldi.
Per non dimenticare questa pancia su cui so il tempo farà sfumare i ricordi.
Per ascoltare il mio corpo e sentirmi speciale anche se non lo sono.
Oggi è impossibile sapere quando sarà il momento di affrontare il parto naturale. Non so se romperò le acque prima del tempo come è stato di Francesco. Non so se finirò il tempo stabilito, se dovrò fare controlli ogni giorno, se potrò vivere gli ultimi giorni prima del parto con frenesia o calma.
So per certo, però, che non ho paura di partorire, non sto pensando a come alleviare i dolori e sono serena. Non ricordo nulla delle cose da fare, di come si applica la respirazione per il parto naturale; non so più come e se sarò in grado di spingere e riconoscere il momento giusto senza farsi male. In verità non posso sapere nemmeno se andrà tutto bene o ci saranno complicazioni all’ultimo minuto.
So solo che sono serena e non ho paura di partorire. Per me conta questo.
È un momento che fa parte della vita di una donna e sì, il parto naturale è faticoso ma anche emotivamente intenso come poche esperienze nella vita. Vale la pena di viverlo.
Entrerò in sala travaglio con il cuore pieno di speranza, con tutta la forza di cui ho bisogno per affrontare il parto naturale e far nascere questo bambino.
Improvviserò nel momento in base al mio istinto e alla situazione perché ora non ho voglia di pensare a cosa fare in attimi così imprevedibili, poco programmabili.
In questa settimana spero solo di terminare il lavoro di agosto e smaltire qualcosa di settembre, in modo da dedicare alle ultime settimane di gravidanza un po’ di riposo, letture e la giusta serenità da portare in sala travaglio.
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