Non è stato come la prima volta. Non è stato come per Francesco. Con lui non capivo, mi sentivo insensibile, ghiacciata e quelle macchie nere non somigliavano al suo corpo. Ho vaghi ricordi emozionanti delle ecografie del primo figlio e anche se non vedevo l’ora di vederlo, in tutto ero inconsapevole.
Durante la prima gravidanza mi sono chiesta mille volte come potevo avere un bambino dentro e non capivo perché non riuscivo a riconoscerlo in un ecografo, come mai il cuore non batteva all’impazzata. E quando tornavo a casa, per quanto felice delle belle notizie, non avevo voglia di volare. Ero solo tranquilla che tutto stesse procedendo bene. Serena.
Questa volta no. Per questa seconda gravidanza quando ti ho guardato dallo schermo in questa prima ecografia a 12 settimane sembrava che mi parlassi. La mente ha iniziato a fantasticare e quasi mi sembrava che avessi iniziato a muoverti di più solo perché sapevi che c’eravamo noi. Quel braccio in movimento mi ha fatto rispondere con un ciao emozionato e ho dovuto nascondere, trattenere la voglia di parlarti. Ché se fossimo stati soli ti avrei chiesto:
“Come stai?”
“Sto facendo qualcosa che ti stanca troppo?”
“Vuoi che non lavori così tanto?”
Ero lì, quasi pronta a lacrimare e ridere. Pronta a raccontarti che ti stiamo aspettando, che ti abbiamo voluto, che Francesco ti bacia per darti la buonanotte, ti chiede dalla pancia come stai.
Parlo di prima ecografia a 12 settimane anche se è stata l’ultima del primo trimestre. Il fatto è che per me è stata emozionante come se non fossi già mamma. Sono entrata in un mondo nuovo, fatto di consapevolezze e dettagli, di brevi attimi che mi restano nella mente, nitidi come se fossero di oggi. Belli, bellissimi. Sono attimi capiti in pieno, nella loro semplicità. Un braccio che si muove proprio mentre guardi uno schermo, una schiena già formata, le mani sul viso. In quel momento mi sono sentita madre per la prima volta. Lo sono già di Francesco ma in quel momento mi sono sentita madre con la pancia, in attesa di un secondo miracolo che ora riconosco anche se non vedo.
Sono tornata a casa con la voglia di festeggiare, perché finalmente le cose procedono bene e i pericoli del primo periodo sembrano un ricordo. È stato così bello che da quel momento vivo nell’attesa di una nuova ecografia, solo per vivere quella sensazione così speciale di sentire il nuovo arrivato/a dentro di me.
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