Sono in vacanza e trascorro ogni momento della giornata a raccogliere pipì. Da tre giorni abbiamo deciso di togliere il pannolino a Francesco e di intraprendere questo nuovo percorso di crescita familiare. Mi sento provata e stanca, ma felice. Felice di conoscere meglio mio figlio, di ascoltare di più il suo cuore e le sue esigenze, di renderlo ancora più vicino a me.
Sono giorni intensi e molto emotivi, che mettono a dura prova le mie certezze di mamma, ma ne uscirò vincente perché insieme a Francesco troveremo un modo per farcela.
Quando ho deciso di togliere il pannolino?
Ci pensavo da mesi ma avevo paura. Non sono una mamma apprensiva, ho affrontato ogni sfida sempre con entusiasmo e non mi sono mai scoraggiata di fronte ai diversi problemi di questi due anni da mamma. Eppure togliere il pannolino a mio figlio mi sembrava l’impegno più difficile da affrontare. Insuperabile.
Non sapevo da dove iniziare. Non sapevo come gestire la situazione. E sì, non sapevo che cosa aspettarmi da Francesco.
Senza leggere libri o documentarmi sulle esperienze delle altre mamme – che in questi contesti mi destabilizzano sempre – sono tornata in Sardegna pensando di farlo insieme a mia madre. Ci sarei riuscita; ci saremmo riuscite.
Ho tolto il panno per due ore e gli ho messo il costume, in casa, non so perché. Mi sembrava la soluzione più ovvia. Ogni mezz’ora lo invitavo ad andare in bagno ma lui diceva no. Ho mollato al secondo giorno. L’espressione di mia mamma “non è ancora pronto” mi ha scoraggiato, pur sapendo in cuore mio che non era così; pur sapendo che Francesco da quando aveva 18 mesi stava sul riduttore del wc per gioco, abbassava la catenella e fingeva tutti quei gesti da adulto che gli avevo insegnato.
Sono tornata in Sicilia e ho smesso di pensarci, anche se dentro di me avevo un pensiero che ogni tanto tornava, che mi diceva che mi ero arresa senza provare veramente.
Poi una chiacchierata come tante con mia mamma. Sento lei e mio padre che dicono che aspettare ancora è sbagliato, che devo togliergli il pannolino entro l’estate.
So che detta così sembra perentorio, ma non lo è. Era un discorso generale, di due nonni che si informano sulla crescita di un nipote lontano, che aspettano novità e ricevono ogni giorno dettagli sulla sua vita. La loro frase era una delle tante di una conversazione di mezz’ora ma nella mia testa non è andata via per tutta la notte. Avevano ragione, stavo temporeggiando perché avevo paura. Era una paura enorme.
Di sbagliare.
Di fallire.
Di non essere capace di togliere il pannolino a mio figlio.
Il giorno dopo ho tolto il panno a Francesco per due ore di fila e nel frattempo ho preso in mano il libro che avevo a casa, Via il pannolino! Di Elena Del Prà. L’ho letto d’un fiato appassionandomi a un contesto ancora sconosciuto che mi ha aperto un mondo.
Ho letto impegnandomi a guardare dentro di me per essere pronta io per prima a fare questo passo e poi aiutare Francesco in uno dei momenti più importanti della sua crescita. Ho letto ricordandomi le parole dei miei genitori, che sono l’esempio di vita da cui trovo il coraggio per affrontare ogni ostacolo che si presenta.
Ho letto e sottolineato, mi sono fermata a pensare più volte, in completo silenzio. Ho risposto ai miei dubbi, ho lasciato andare via il senso di colpa.
Mi sono sentita pronta. E ho pensato che potevo farcela, che avevo messo da parte tutte le forze per avviare lo spannolinamento con serenità.
Togliere il pannolino senza traumi
Parlo di serenità perché se una mamma vive questo momento come un disagio lo trasmette a suo figlio e gli fa vivere un momento piacevole come un vero supplizio. Oggi che sono al terzo giorno di spannolinamento scrivo anche per questo. Mi rivedo all’inizio di questo percorso con meno tranquillità di adesso e penso a ciò che facevo il primo giorno in cui ho tolto il panno:
- ho guardato ogni momento nei suoi occhi per captare ogni segnale di pipì in uscita
- ho trascorso una giornata sul divano pronta a pulire con il mocio vicino a me
- ho avuto paura che mi sporcasse e si sporcasse
- ho chiesto più volte a Francesco se andavamo in bagno insieme
E ho sognato per due notti di fila vasini, riduttori per wc e pannolini. Ho agito come un robot, con poca naturalezza. Poi mi sono rilassata. Al secondo giorno ero quasi perfetta; oggi mi comporto come se avessimo vissuto per due anni senza panno. La giornata trascorre come se niente fosse. Si sporca? Gli chiedo dove si fa la pipì (e puntualmente risponde: “nel uaterrr”), lo pulisco e lo cambio con mille problemi ma sempre con il sorriso, giochiamo in bagno per evitare traumi, salutiamo la cacca e buttiamo la catenella. Nuova mutanda pulita, nuova pipì da raccogliere in un punto diverso della casa.
Lavo, tolgo, cambio, stendo. Tutto il giorno.
Sorrido dei progressi, mi godo il suo pudore e la sua timidezza e mi commuovo della sua bellezza.
Togliere il pannolino: quanto tempo ci vuole?
Non so quanto andrà avanti questa situazione. Potrebbero volerci settimane, sono pronta a tutto. A tre giorni dallo spannolinamento sono migliorata molto e credo sarà così anche per Francesco. Cresceremo insieme in questa nuova avventura. Oggi riconosco ogni piccolo movimento del suo viso e capisco che è in quel momento che sta facendo la pipì, ma arrivo comunque troppo tardi per portarlo al bagno. Percepisco ogni cambio voce, ogni mossa in cui si nasconde per evitare di essere visto mentre si libera di qualcosa che non conosce.
Anche una mamma deve essere pronta per togliere il pannolino
La verità in tutta questa storia è che anche una mamma deve essere pronta per levare il panno. Deve sentire il cuore leggero, non temere di sbagliare e inciampare, trovare forza e coraggio; ascoltare i suoi istinti di genitore e non sentirsi sbagliata o in difetto. Anche una mamma deve togliere il pannolino insieme a suo figlio: si denuda insieme a lui di tutte le sue paure, di tutte quelle insicurezze che l’aiuteranno a conoscere meglio suo figlio.
In questa difficile esperienza ho un unico rimpianto. Dovevo leggere prima qualche libro educativo, chiedere consigli e informarmi per bene. Dovevo evitare di lanciarmi nel vuoto per non avere così tanta ansia. So che oggi l’ho annientata e scacciata via, so che oggi sono una mamma diversa, ma mi sarei risparmiata dei momenti che non auguro a nessuno, perché ti mettono a dura prova.
Non so se ce la farò, ma so che questa sfida sarà comunque una vittoria!
2 Comments
Noi ci abbiamo provato a fine estate! Mio figlio fa la cacca sul vasino da allora ma per la pipì non siamo andati bene. Dopo i primi giorni che mi hanno fatto cantare vittoria ha cominciato a farla di nuovo addosso. Ho abbandonato perché con il pancione non riuscivo a seguirlo con serenità…riproveremo con l’arrivo di mia mamma e vedremo…
Io non mi sono ancora arresa, però non sono in attesa e credo incida molto. Ho capito che ci vuole una pazienza infinita e che è davvero difficile abituarlo ad avvisare. In 9 giorni ha fatto la cacca nel water per la prima volta ieri, immagina un po’ 🙁