Il mio nono mese di gravidanza e la consapevolezza di diventare madre

Che il nono mese di gravidanza arrivasse così velocemente non l’avrei mai pensato. Ogni periodo di questo cammino  è stato speciale – anche quello del primo trimestre in cui ho trascorso le ore tra divano e letto – e il pensiero che ora sono quasi al termine del percorso mi fa diventare malinconica.
Questo terzo trimestre è stato senza dubbio il più bello dei tre, e non perché ho avuto più energie ma perché la consapevolezza di diventare madre ha preso spazio ogni giorno dentro di me. Sentire il mio bimbo e convivere con la pancia mi ha regalato emozioni contrastanti ma belle.

È stato un terzo trimestre pesante, intenso e ricco di esperienze. Mi sono concessa passeggiate e uscite con nuove amiche mamme conosciute al corso di preparazione al parto, serate a fare shopping con la compagnia di mio marito, nuovi lavori di copywriter da portare al termine.

Ho preparato la valigia per il parto e la borsa del pupo con calma e divertimento godendomi ogni piccola calzina da lavare e stirare, concedendomi abbinamenti di colori e stile a cui ora che sono quasi al termine non avrei voglia di pensare. Anche se cammino con la lentezza di un bradipo, e alcuni giorni combatto con la sciatalgia, mi aspettavo che l’ottavo e il nono mese fossero una scalata insormontabile di sofferenza e dolore e invece non è stato così.
Ho sentito dire che gli ultimi due mesi si prendono tantissimi chili e nell’ottavo mese non ne ho preso nemmeno uno. Ho ricevuto notizie di mamme che sono dovute stare a completo riposo senza poter uscire di casa o fare faccende domestiche e invece sono riuscita a far tutto con più lentezza ma comunque sempre con le mie forze.

In questo nono mese non mi sono gonfiata e non ho dovuto acquistare scarpe con numeri più grandi di quello che porto, non ho sofferto di crampi alle gambe ma solo di tanta stanchezza a fine giornata. Non è arrivato il reflusso gastrico o i problemi di digestione. Mi sono sentita più debole, questo sì, sia fisicamente sia emotivamente e ho scoperto per la prima volta che cosa significa piangere per sciocchezze, da un momento all’altro. In alcuni momenti il pianto è stato liberatorio e dopo pochi giorni ho recuperato la forza che fa parte del mio carattere; ho scacciato via quella sensazione di fragilità che non sopporto.

Poi è arrivato questo sospirato nono mese di gravidanza, in un lampo. È arrivato così in fretta che non ho avuto il tempo di razionalizzare il traguardo. Eppure l’avevo aspettato, rincorso e desiderato ma quando è arrivato (così come capita per le cose più belle della vita) non me ne sono resa conto e ora lo lascio scivolare giorno dopo giorno.

Mi accorgo che sono arrivata a metà mese senza tirare sospiri liberatori e le giornate non passano poi così lente come credevo. Le emozioni si amplificano e ora in ogni momento della giornata penso al parto e a che cosa dovrò affrontare. Sono pensieri positivi, di curiosità, rilassano la mente come quando anni fa dovevo affrontare un esame all’università.

Ascolto il mio corpo e le sensazioni che mi regala. Vorrei stare più tempo possibile in solitudine per prepararmi al grande giorno. Accolgo i miei cambiamenti d’umore con rassegnazione. Alcune volte non vedo l’ora che nasca il mio piccolo per stringerlo a me e godermi l’estate con lui; in altri mi sento egoista e cattiva perché temo di non avere più il tempo per il mio lavoro, così fondamentale per farmi essere quella che sono. Ho paura più di ogni altra cosa di dover rinunciare a progetti belli e da sempre desiderati.

Stringo forte ogni emozione e mi intristisco se non riesco a imprigionarla dentro le parole per mancanza di forze o apatia. Spero di trascorrere queste ultime settimane con tutta la forza che serve per gustare ogni piccolo attimo di questo periodo, per non dimenticare che il nono mese di gravidanza è stato in assoluto il più bello del mio futuro cammino da mamma.